sabato 19 marzo 2022

San Giuseppe pellegrino

Oggi condivido la celebrazione eucaristica nella Solennità di San Giuseppe con le Suore Terziarie Francescane Elisabettine della Comunità di Taggì di Sotto (PD), ora soprattutto casa di riposo per le sorelle anziane. Celebrano con particolare devozione il santo protettore della loro famiglia religiosa francescana.

Arrivando - come tante altre volte - vedo l'edicola nuova nel parcheggio, con la statua di s.Giuseppe: l'edicola è recente come tutta la struttura degli edifici dediti all'accoglienza e cura. La statua invece è evidentemente molto più datata. Porta anche i segni del tempo...

Poco prima di "uscire con la messa", scambiando due parole con la sorella sacrestana, scopro un pezzo di storia. La statua è molto antica. Non stava là, stava in un capitello in mezzo ai campi. Là dove un tempo c'era la semplice e umile casa di noviziato delle suore, con annesse stalla, lavanderia, aia con pollame ruspante... Parliamo più di sessanta anni fa... 

Il capitello originale c'è ancora. L'avevo notato tante volte in passato. Troppo complicato spostarlo per la sua vetustà... e sta ancora in mezzo alla campagna, quasi nel nulla. Ora è disabitato: san Giuseppe si è fatto pellegrino, spostandosi con il suo fagottino di Gesù bambino nella nuova dimora vicino alle suore. Niente di insolito per s.Giuseppe, pure esiliato in Egitto con tutta la famiglia.

Le suore raccontano che da giovani novizie saltuariamente ricevevano il permesso di "andare da s.Giuseppe", ovviamente col "placet" della Madre maestra e dovendo fare forse un centinaio di metri per raggiungerlo in mezzo ad una campagna semplice e - immagino - pure a quel tempo lussureggiante. 

Durante l'omelia (alla luce della Parola) ragiono con queste sorelle maggiori che i segni di fede si nascondono anche su questi dettagli. Da novizie, giovani e piene di energie e belle speranze, andavano a salutare s.Giuseppe: molto paziente e silenzioso (come tradizione testuale biblica vuole!) le ascoltava e vegliava sui loro sogni di servizio a Dio e agli ultimi. Poteva solo rispondere muto con la sua vita: ascolto di Dio; obbedienza alla sua volontà persino inimmaginabile che sconquassava il bel progetto di famiglia che Giuseppe aveva ipotizzato; azione fattiva per compiere questa volontà non "sua" ma fatta diventare propria...: per amore, solo per amore. Anche di Maria, per carità!, non solo di Dio.

Passano gli anni. Ora i passi sono incerti e bisognosi di ausili. Non si arriverebbe da sole al vecchio capitello. Menti attente e cuori gentili hanno chiesto a s.Giuseppe di farsi pellegrino e ricambiare le centinaia di visite ricevute decenni fa. Lui non si scompone e in buona compagnia raggiunge le suore dove per loro sarà più facile raggiungerlo con lo sguardo se non addirittura coi passi. Quali confidenze faranno queste donne consacrate a lui, beh... le lasciamo immaginare e le teniamo custodite. Per tutte l'impegno di ricambiare come possono questo pellegrino che si fa loro prossimo verso la fine di un'esistenza terrena spesa e vissuta per Gesù, come in fondo fece e insegnò s.Giuseppe.

Salve, custode del Redentore,
e sposo della Vergine Maria.
A te Dio affidò il suo Figlio;
in te Maria ripose la sua fiducia;
con te Cristo diventò uomo.
O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi,
e guidaci nel cammino della vita.
Ottienici grazia, misericordia e coraggio,
e difendici da ogni male. Amen.

(Papa Francesco, Patris Corde)

1 commento:

  1. L'occhio attento e il cuore vigile danno voce alla storia e alla fede di tante elisabettine. Il "padre del coraggio creativo" peregrina con noi e, silente, accompagna le nostre vite. Grazie p. Andrea.

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