mercoledì 25 dicembre 2019

venerdì 13 dicembre 2019

Andate a riferire - post per #bibbiafrancescana

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». (Mt 11,2-11)

Domenica III del Tempo di Avvento – anno A – In questa domenica di Avvento Giovanni Battista ci guida alla ricerca e al riconoscimento di Gesù, di «colui che deve venire» (v. 3) e che l’umanità attende, esprimendo in varie maniere la sua speranza. La Solennità dell’Immacolata 2019 ha “nascosto” la II Domenica di Avvento dove avremmo trovato ancora il Battista (Mt 3,1-12) all’inizio del suo ministero e annuncio. In questo testo di Mt 11 Gesù fa un grande elogio alla personalità profetica del precursore: «Non è sorto uno più grande di lui» (cf. v. 11a). Colpisce la precisazione finale alquanto misteriosa: «Tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui» (v. 11b). Ossia, la grandezza ormai si misura in rapporto al regno e non più alla funzione profetica, rispetto alla quale Giovanni fu l’ultimo grande interprete!

Nei dieci versetti del testo evangelico risulta ovviamente centrale la risposta di Gesù alla questione posta da Giovanni «per mezzo dei suoi discepoli» (v. 2b). Tuttavia, va tenuto presente il contesto: dal carcere, in cui si trova, Giovanni «sente parlare delle opere del Cristo» (v. 2a). Da qui l’invio di discepoli a Gesù: non erano dunque opere che lo convincevano quelle di Cristo? Gesù enumera il tipo di opere in cui chiede di essere riconosciuto, in linea con i grandi annunci profetici (cf. Is 29,18-19; 35,5-6; 61,1). Sorprendente, ma pure significativa, è la frase conclusiva: «E beato è colui che non si scandalizza di me!» (v. 6).

Gesù è il Messia della liberazione. Ma il prezzo da pagare è alto. E lo si vede nelle perplessità di Giovanni il Battista: Gesù non corrisponde a quell’attesa; annuncia pace e perdono; viene per i malati, i poveri, gli smarriti. Gesù scandalizza tutti con il Suo metodo, anche quelli che credono di conoscerlo. Bisogna mettersi in umile ascolto. Occorre essere pazienti, come è paziente Dio, che attende la nostra conversione; rinfrancare i cuori e non temere; avere la libertà interiore e fare la propria scelta. Allora saremo beati, come dice Matteo: «Beato chi non si scandalizza di me».

domenica 1 dicembre 2019

atelier d’avvento - post per #bibbiafrancescana

Fratelli, questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti.
La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce.
Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo. (Rm 13,11-14a)

I domenica di Avvento – anno A – Comincia un nuovo anno liturgico, quest’anno in compagnia dell’evangelista Matteo. Tuttavia – visto che sono numerosi i contributi passati e presumibilmente futuri che si concentrano sul testo evangelico proposto dal lezionario festivo – quest’anno cercheremo di prestare attenzione anche alla prima o seconda lettura della liturgia, sempre con la prospettiva di Bibbia Francescana. L’intento è quello di poter vivere intensamente il Tempo di Avvento con la sua profondità, senza lasciarsi “divorare” da un contesto che ci impone già il Natale.

Poniamo dunque l’attenzione oggi sulla seconda lettura proposta dal Lezionario. Nella sezione esortativa della sua grande lettera ai Romani, san Paolo traccia alcuni itinerari di vita nuova in Cristo. Richiesta ineludibile è che ci si allontani da una certa mentalità di questo secolo: nelle relazioni reciproche fra credenti e pure verso tutti gli uomini. Criterio fondamentale sia dunque l’«onestà del comportamento» da parte dei cristiani, «come in pieno giorno!» (v. 13).

Come già nel testo di Isaia proposto nella prima lettura (Is 2,1-5), anche in questo passo epistolare lo sguardo è rivolto al futuro: a un giorno, che ormai è vicino. Esso sollecita noi a «svegliarci dal sonno» (cf. v. 11), ad assumere uno stile di vita ispirato al vangelo di Gesù Cristo. C’è dunque una svolta da imprimere al proprio agire quotidiano.