lunedì 25 dicembre 2017

il Canto di Natale, non di Dickens, ma di san Francesco - post di #bibbiafrancescana

Cantate al Signore un canto nuovo, / cantate al Signore, uomini di tutta la terra. /
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. / In mezzo alle genti narrate la sua gloria, /
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Gioiscano i cieli, esulti la terra, / risuoni il mare e quanto racchiude; /
sia in festa la campagna e quanto contiene, / acclamino tutti gli alberi della foresta.
Davanti al Signore che viene: / sì, egli viene a giudicare la terra; /
giudicherà il mondo con giustizia / e nella sua fedeltà i popoli. (dal Sal 95)

C’è una tale ricchezza di fede e mistero che si celebra nel Natale di nostro Signore, che la liturgia si moltiplica in 4 schemi di messe per 4 aspetti ed eventi della natività: messa della vigilia, messa della notte, messa dell’aurora e messa del giorno. Quest’anno poi anche la Quarta domenica di avvento si associa alla continuità eccedenza di proposta!

Per chi si sente disorientato da tanta ricchezza consigliamo di riprendere i testi biblici e liturgici un po’ per volta nei giorni a venire. E nelle ore imminenti della festa affidarsi al solo canto. I canti tradizionali del Natale, certamente! Oppure il canto dei Salmi, come ad esempio il Salmo 95 che la liturgia della Messa della notte di Natale ci propone come salmo responsoriale.

sabato 23 dicembre 2017

gomitolo dipanato - post per #bibbiafrancescana

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. (Lc 1,26-38)

IV Domenica del Tempo di Avvento – anno B - Questo brano compone con Lc 1,5-25 il primo «dittico» dei Vangeli dell’infanzia proposti e redatti dall’evangelista Luca. L’annunzio a Maria pertanto si aggancia a quello di Zaccaria (1,5-25) con l’espressione «nel sesto mese» e il riferimento a Elisabetta. Il secondo dittico (separato dal primo con l’episodio della Visitazione, 1,39-56) pone in parallelo la nascita e gli eventi riguardanti Giovanni il Battista e Gesù. Pertanto è tutto il quadro generale che bisogna tenere presente: tutte le descrizioni sono tra loro agganciate in modo discreto e l’insieme di tutto il racconto fa risaltare l’intervento divino. Il quadro dell’«Annunciazione»: dopo aver parlato delle circostanze e dei personaggi (1,26-27), Luca espone il messaggio dell’angelo. Si inizia con il saluto e la reazione di Maria (1,28-29) e poi si sviluppa il messaggio in due parti (1,30-33.35-37) separate dalla domanda di Maria (1,34). La risposta di Maria chiude il racconto (1,38). Poche note per ricordare la complessità e la ricchezza della narrazione evangelica, tutt’altro che cronachistica o narrativa come si potrebbe pensare.

domenica 17 dicembre 2017

nel buio e nel silenzio - post per #bibbiafrancescana

“Venne un uomo mandato da Dio: / il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone / per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, / ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando”. (Gv 1,6-8. 19-28)

Domenica III del tempo di Avvento – anno B – In questo terza domenica di avvento, ciclo B, la liturgia lascia l’evangelista Marco (presente nelle prime due domeniche) e si rivolge ad un’altra fonte, l’evangelista Giovanni. Quasi a completare e approfondire la figura di Giovanni il Battista proposta una settimana fa (II domenica).

Giovanni il Battista “non era la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce”. L’unico modo perché la luce si noti davvero è “fare buio”.  Giovanni il Battista con la sua predicazione “metteva in luce” la “presenza del buio” in un popolo e in persone che forse avevano dimenticato le promesse di Dio, che forse avevano smesso di sperare, che forse si erano rivolte al altri idoli che riempivano la loro fame di vita… L’invito alla conversione è in fondo considerare attentamente il buio esistente dentro e fuori queste esistenze, abbassare l’intensità di false luci effimere, permettere di avere occhi nuovi capaci di vedere la vera luce: c’è chi ci ricorda che è nel buio della notte che si possono distinguere le stelle più lontane e brillanti, non di giorno!

domenica 10 dicembre 2017

davvero fanno strada - post per #bibbiafrancescana

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: / egli preparerà la tua via. / Voce di uno che grida nel deserto: / Preparate la via del Signore, / raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme.
E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico.
E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo» (Mc 1,1-8).

2′ Domenica di Avvento – anno B – Nel I secolo “vangelo” non indica ancora il genere letterario di cui l’opera di Marco è forse il primo esempio, ma l’annuncio della Chiesa su Gesù, in quanto fonte di gioia. Più raramente, designa la predicazione di Gesù. La specificazione “di Gesù” può riferirsi sia al soggetto sia all’oggetto del lieto annuncio.

Purtroppo l’assidua frequentazione con la Parola di Dio può generare sovente un senso di “già ascoltato” che attenua la forza innovatrice che è sempre presente nella Parola. Durante le calde assolate giornate estive capita nella mia città di vedere molti operai al lavoro per sistemare lunghi tratti di strada ancora fatta di sampietrini. Un lavoro oltremodo faticoso: si dice che non si trovino più operai capaci e disponibili per questo servizio. Qualcuno li deride pure, chiedendosi il perché di tutto questo quando basterebbe una bella colata di asfalto…

domenica 3 dicembre 2017

“Chi” più che “quando” - post per #bibbiafrancescana

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!» (Mc 13,33-37)

1′ domenica del tempo di avvento – anno B – «È veramente giusto renderti grazie e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, Padre onnipotente, principio e fine di tutte le cose. Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora, in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia, apparirà sulle nubi del cielo rivestito di potenza e splendore. In quel giorno tremendo e glorioso passerà il mondo presente e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova. Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno. Nell’attesa del suo ultimo avvento, insieme agli angeli e ai santi, cantiamo unanimi l’inno della tua gloria: Santo…». (Prefazio dell’Avvento I/A). Così prega nella liturgia eucaristica d’Avvento la Chiesa, offrendoci la chiave di lettura del messaggio oggi presentato nel Vangelo di Marco: la vigilanza è tempo di attesa operosa perché “ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno”. Viene… verrà: già… e non ancora.