domenica 19 agosto 2018

alla ricerca della bambina nascosta

La lunga e ordinata serie di girelli e ausili alla deambulazione mi accoglie come sempre nel corridoio che introduce alla Chiesa.
Tra questi sbuca inaspettato un passeggino per bebè, con tanto di bambolotto ben disposto in attesa di essere nuovamente abbracciato – presumibilmente – dalla sua piccola proprietaria.

“Oggi a messa ci sarà una bambina” – penso tra me preparandomi per la messa – “sarà una nipotina di qualche ospite della Casa di Riposo…”.

La celebrazione procede serena e partecipata grazie all’animazione attenta e calorosa delle suore. Mi accorgo presto che non siamo né distratti né disturbati da nessuna bimba irrequieta dalle costrizioni della liturgia. “Dormirà…” – penso tra me – “oppure sarà una bimba tranquilla vicino alla sua nonna…”.

Come sempre al momento della Comunione comincio a girare con pazienza tra i banchi e le sedie a rotelle degli ospiti che non riescono a raggiungere l’altare con le loro gambe. Sono tanti, il giro occupa tutte le strofe possibili del canto eucaristico. “Chissà dove è nascosta la bimba” – penso ancora – “ma nel labirinto dei banchi e delle file la troverò…”.

E infatti la trovo.

Una donna, sugli ottanta anni, ben curata, un po’ ingobbita ma con abito vivace, uno sguardo dolce e un po’ trasognato: si alza per ricevere la Comunione. Non tende la mano per ricevere quel Gesù che oggi ci ricordava essere il pane della vita eterna. Non può tendere la mano. Le mani sono occupate. Tengono un bambolotto di pezza. Con cura. Con affetto. Con delicatezza il bambolotto torna nel grembo della donna mentre si siede.

Intuisco qualcosa, ma il mio giro con Gesù eucarestia deve proseguire. Poi termina la messa e “...andiamo in pace!”. Ma la mia pace deve trovare ancora dimora per le domande che affollano la mia testa, non ancora il mio cuore come presto accadrà.

Cercavo una bambina. Trovo un’anziana con un bambolotto.

Poi capisco, grazie alle piccole e discrete informazioni condivise dalle religiose.

Ho trovato una bambina nascosta nel corpo di un’anziana.

E’ la seconda che trovo in quella chiesa. Questa bambina ha una bella storia. Diventando grande la sua passione per le bambole si è trasformata in una vocazione-missione: sarà una brava ostetrica per tanti anni della sua vita professionale. Metterà mente e cuore per accogliere la Vita e sostenere le partorienti. Quante volte il miracolo della vita si è materializzato nelle sue mani sapienti e accoglienti…

Mani che oggi restano inquete e ansiose di poter continuare a abbracciare custodire almeno il simulacro di quella vita nascente che ebbero modo di toccare per tanti anni… Nel turbamento di una mente adulta che si spegne nei segreti misteri di tessuti neuronali stanchi e segnati da chissà quale disordine, torna prepotente la bambina mai assente nell’esistenza di quella persona. Ed eccola la nostra bimba capace di spostare un corpo anziano e stanco spingendo una carrozzina con due bambolotti…

Perché la sete di vita eterna può fare anche di questi miracoli.

E il bambolotto malconcio che mi strizzava l’occhio uscendo dalla sacrestia voleva avvisarmi di andare sempre in cerca di tali miracoli.

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