lunedì 4 giugno 2018

quei soffitti alti delle chiese - articolo per San Bonaventura Informa

QUEI SOFFITTI ALTI DELLE CHIESE
IL GIUGNO ANTONIANO PER CONIUGARE FEDE E DEVOZIONE

«Nelle chiese c’è il soffitto alto. È alto perché dentro ci possono stare molte idee». Questa piccola frase folgorante è recentemente scaturita dalla mente di un bimbo/a delle scuole elementari di Padova dopo la visita alla Basilica del Santo (partecipando a un lodevole percorso formativo sui monumenti della città, organizzato dal Comune di Padova). Oltre ad assomigliare ad un piccolo trattato di ecclesiologia, l’affermazione del piccolo visitatore bene si adatta a presentare il senso del “Giugno Antoniano”, arrivato ormai alla sua XII edizione.

Dal 1995 (anno dell’ottavo centenario della nascita di Antonio di Padova da Lisbona) è cresciuto sempre più l’interesse da parte delle autorità civili nel riconoscere alla festa del Santo un carattere  poliedrico, capace di coinvolgere interessi diversi attorno al fenomeno socio-religioso legato a sant’Antonio. Pertanto nel corso degli anni si è maggiormente definito un itinerario di idee che per tutto il mese di giugno coinvolge la città con eventi e proposte che accompagnano il cuore religioso e devozionale che culmina il 13 giugno. La comunità religiosa della Basilica, in accordo con la Delegazione Pontificia, ha incoraggiato questo tipo di esperienza che aiuta efficacemente a far comprendere, in modo molto più ampio, il fenomeno antoniano, togliendo quell’aura devozionale o devozionistica che poteva falsare la reale portata del fenomeno stesso. Ecco allora che la tradizionale proposta devozionale-liturgica si è ampliata con una maggiore diversificazione di pellegrinaggi ufficiali da parte di diocesi (con i loro vescovi) o realtà ecclesiali, in particolare nella cosiddetta “tredicina” dal 31 maggio al 13 giugno, integrata poi da eventi religiosi di altra natura.


Come - ad esempio - i cammini (decisiva la proposta del pellegrinaggio notturno a piedi da Camposampiero a Padova ripercorrendo il tracciato dell’ultimo percorso affrontato dal santo lusitano nella sua vita, il 13 giugno 1231); oppure gli spazi di accoglienza orante serale e notturna in Basilica del Santo (la “Notte di Miracoli”) dedicati maggiormente ai giovani; oppure la suggestiva rievocazione notturna il 12 giugno presso il santuario dell’Arcella (ora un quartiere di Padova) per ricordare in modo animato e drammatizzato con figuranti l’arrivo di Antonio morente alle porte di Padova e il suo “transito” con la confessione di fede: «Vedo il mio Signore!» narrato da ogni  biografia del Santo. Tutti eventi ormai da tempo collaudati e sempre origine di interesse anche per chi forse si ritiene un po’ a margine di percorsi ecclesiali o di fede.

L’intento è permettere ad Antonio di “parlare” ancora al cuore della gente indicando l’importanza dell’esperienza religiosa e di fede.

Nuova la proposta “Sant’Antonio casamenteiro” che guarda alla devozione antoniana maggiormente presente in America latina, dove il Santo è invocato per trovare marito/moglie: una serata di preghiera e incontro con questa bella intenzione di preghiera.

Anche la benemerita Arciconfraternita del Santo offre il suo prezioso contributo organizzando gli eventi conclusivi del “Premio nazionale della Bontà”. 

Il premio vede coinvolte le scuole italiane di ogni ordine e grado con un tema di riflessione proposto di anno in anno: gli studenti possono sviluppare e comunicare le loro idee attraverso componimenti scritti, attraverso disegni e – da qualche anno – anche attraverso filmati o presentazioni multimediali. A questo concorso (che promuove le giovani generazioni su valide riflessioni per il bene della società futura attraverso i valori evangelici vissuti e promossi) si associa poi la segnalazione di una o due storie di bontà e solidarietà di rilevanza nazionale, nell’ottica di far emergere quel tanto bene diffuso spesso soffocato da episodi di cronaca drammatici. 

Patrono di tutto questo è quel Santo che ancora oggi viene percepito da tanti devoti nella sua bontà vissuta per il Vangelo ed esortata con la predicazione instancabile durante la sua vicenda terrena. 

Ampliando il raggio di proposta si inseriscono poi eventi artistici organizzati dalla Basilica o da altre
realtà.

Per l’ambito musicale, in particolare, quest’anno c’è il ricordo di padre Bernardino Rizzi OFMConv (1891-1968) che lasciò un’impronta importante nella storia della musica del suo tempo: il concerto per organo e voci sarà occasione rara per riascoltare il genio del nostro confratello. 
Per i più giovani il concerto rock del gruppo “The Sun” noto per i contenuti di fede dei testi delle loro
canzoni.

Per le arti figurative si predilige mettere in luce la preziosità delle superfici decorate in affresco nel XIII-XIV secolo presenti anche nel complesso antoniano che contribuiscono a rendere Padova una città unica per ricchezza di espressioni conservate sino ad oggi, tanto da averla resa candidata al titolo di “Urbs picta” per il riconoscimento da parte dell’UNESCO.

Sappiamo come i soggetti degli affreschi siano principalmente di tipo religioso (Cappella degli Scrovegni e non solo): aiutare i più a conoscere la bellezza e ricchezza narrativa nascosta in queste opere consegnateci dalla storia diventa occasione di catechesi profonde e significative.

Di sicuro il fenomeno antoniano ha la sua realtà sovrannaturale che continua a stupire  quotidianamente noi frati. La formula del Giugno antoniano aiuta ad aggiungere idee buone e vivaci
all’interno di quello spazio mai colmo intuito dal nostro ormai noto piccolo visitatore: «Nelle chiese c’è il soffitto alto. È alto perché dentro ci possono stare molte idee».

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