domenica 18 agosto 2019

senza esitazioni - post per #bibbiafrancescana

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera» (Lc 12,49-53).

Domenica XX del Tempo ordinario – anno C – La pagina del vangelo è certamente provocatoria e anche un po’ enigmatica. Da un lato si avverte l’imminenza della Pasqua del Cristo (cf. v. 50), dall’altro egli ci provoca a una decisione, della quale non ci nasconde il dramma («fuoco», «divisione»: vv. 49.51-53), e a un discernimento per poter «giudicare da noi», senza il sostegno e il plauso di nessuno, «ciò che è giusto» (vv. 54-57).

«Fuoco», «battesimo», «divisione» (vv. 49-53), e ancora «pioggia», «scirocco», «tempo» da valutare (vv. 54-57). Questo passo evangelico è carico di un linguaggio provocatorio e simbolico. Un messaggio è però molto chiaro e diretto: il vangelo di Cristo e la vita cristiana non sono un comodo «rifugio» per persone paurose e di animo timido. Nella parola di Gesù c’è una carica di «violenza» che non può essere elusa. Certamente non si tratta di una violenza verso le persone, ma di una determinazione, di una decisione nei confronti della vita. L’immagine del cristiano che esce da questa pagina è quella di una persona chiamata, costi quel che costi, a vivere una decisione e una responsabilità nella propria vita: la decisione di seguire Gesù fin sulla croce e la responsabilità di leggere, momento per momento, la volontà di Dio all’interno della storia. E questo senza esitazioni.


Scrivono le amiche di Bibbia Francescana della “Comunità Francescana delle Sorelle”: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra!”. È un desiderio ardente, appassionato, questo che Gesù ci svela oggi. È un grido che ci scuote dalle nostre abitudini tranquille, ci risveglia da pigrizie, mediocrità, tiepidezza. Il fuoco è affascinante, è potente, ma anche distruttivo, è qualcosa che inquieta e si propaga di luogo in luogo.  A volte è dolce, scioglie il rigore del freddo, creando un clima di allegria e di calore. Ma è anche capace di distruggere e separare, di far male e demolire ciò che incontra. Accogliamo questo fuoco che Gesù viene a portare nella nostra vita, accogliamolo con fede ed umiltà, sia quando illumina e riscalda che quando purifica. Sia quando fonde e unisce che quando separa e distrugge. Perché è la buona notizia del Vangelo, un fuoco benefico, anche quando non sembra. È un fuoco necessario, proprio come quel battesimo (cioè immersione) che Gesù si prepara a ricevere: un’immersione nella morte per risorgere alla vita vera. Anche questo, come il fuoco, sembra una contraddizione inquietante. Ma è il passaggio che Gesù accoglie per amore nostro, per distruggere la morte una volta per sempre.

Da cosa oggi vuoi che io mi separi Signore? Da cosa mi devo lasciar purificare?
“Rivestito di fortezza dal cielo, Francesco era riscaldato più dal fuoco della grazia divina nell’intimo, che all’esterno dalle vesti del corpo (…) Diceva infatti: «Quando lo spirito è tiepido e a poco a poco si raffredda nella grazia, per forza la carne e il sangue fanno sentire le loro esigenze»” (Specchio di perfezione, FF 1698).

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