venerdì 1 gennaio 2016

“dire bene” da più di 2700 anni - articolo per #bibbiafrancescana


Quello che vedete in foto è il documento archeologico più antico che abbiamo della Bibbia.


«Due lamine di argento, le più antiche iscrizioni contenenti un testo biblico, trovate a Keteph Hinnom, necropoli presso Gerusalemme nel 1980, sono la scoperta più sensazionale conservata in questo museo. Si tratta di due rotoli d’argento al 99%, uno delle dimensioni di27.5 x11 mm. e l’altro di 11.5×5.5 mm. Sulle due lamine d’argento sono incise con uno stiletto delle frasi per lo più illeggibili; ma quel che si può leggere è chiaramente una citazione, pur frammentaria, di Num 6,24-26, la benedizione sacerdotale: “Ti benedica il Signore e ti protegga / il Signore faccia splendere il suo volto su di te e ti sia favorevole / Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace”.  Queste lamine sono del VII-VI sec. a.C.: dopo di esse i testi biblici più antichi a nostra disposizione sono i manoscritti di Qumran, del II-I sec. a.C.  Abbiamo così la prova che, già prima dell’esilio, almeno questo testo di Numeri esisteva nella sua forma attuale. L’aver scritto questi testi su fogli d’argento è testimonianza della loro importanza. Probabilmente già allora esisteva l’usanza di tenere con sé o in casa piccoli rotoli con le parole della Legge».

Questa antichissima benedizione sacerdotale – così bella e intensa nella sua essenzialità – è dunque quanto di più concreto e antico sia in nostro possesso della Parola di Dio.

Ed è fantastico che la parola più antica sia una parola di benedizione! Non prescrizioni, non leggi, non rimproveri, non parole occulte e misteriose…: una benedizione!

Un “dire-bene” a chiunque si voglia amare davvero. Perché solo augurandole la benedizione e la protezione di Dio si ama davvero una persona! Solo augurandole di incontrare il volto di Dio e il suo favore si ama davvero una persona! Solo augurandosi che pure Dio volga il suo sguardo su di lei e le conceda pace si ama davvero una persona! Che cosa potrebbe desiderare di più?

Oggi, 1 gennaio, la liturgia della Santa Messa nella Solennità di Maria Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace, propone ancora una volta questa Parola antichissima come prima lettura, nella speranza che non sia “archeologia” ma che divenga “storia” giorno dopo giorno…

E’ bello allora ricordare che Francesco d’Assisi – che dubitiamo potesse immaginare la preziosità di queste poche parole così antiche in lamina d’argento… - abbia amato moltissimo questi versetti del Libro dei Numeri e avesse scelto queste parole come la “sua” benedizione da impartire-regalare a chiunque amasse, a chiunque gliela chiedesse. Lo sappiamo bene attraverso la “preziosa” umilissima pergamena con la benedizione autografa di Francesco per fr. Leone, conservata ora come reliquia in Assisi-Basilica S.Francesco.

Il Signore ti benedica e ti custodisca,  mostri a te il suo volto e abbia  misericordia di te.  Rivolga verso di te il suo sguardo e ti dia pace.  Il Signore benedica te, frate Leone.
  

Benedicat tibi Dominus et custodiat te, ostendat faciem suam tibi et misereatur tui convertat vultum suum ad te et det tibi pacem Dominus benedicat frater Leo, te Benedicat, benedicat, benedicat tibi Dominus et custodiat te Frater Leo, te.

Impariamo anche noi a “dire bene” in questo nuovo anno che si apre, e a non stancarci mai di farlo.

AUGURI!


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