Si diventava grandi verso la 3' elementare passando dalle matite o biro (quando ammesse) alla penna stilografica.
Prima era canotto e calamaio e pennini... ma di questo magari ne riparleremo o ne riparlerà chi li ha usati!
Con la stilografica (in genere Pelikan o similari) si faceva pure esercizio di bella calligrafia. Guai a farle cadere, che i pennini si piegavano e addio scrittura!
E pure quando la penna scivolava bene sulla carta a righe o quadretti ecco che l'errore ortografico di distrazione era sempre in agguato: una "h" mancante, una doppia orfana... Oppure (peggio!) un calcolo di una divisione o moltiplicazione che non tornava...
Accortisi del pasticcio... depressione! Prendi la gomma, magari quella blu da macchina da scrivere, e gratta gratta, sperando di non fare il buco: la tragedia irrevocabile.
E poi arrivò lui: lo SCANCELLINO. Perché così era chiamato: perché la gomma cancellava, ma lui SCANCELLAVA tutto e senza buchi! Uso rafforzativo della "S" privativa
Per carità, un po' di abilità nell'uso dell'attrezzo magico bisognava pure acquisirla con pazienza, ma col tempo di potevano fare capolavori di copisteria.
E scopro oggi con voi che pure il Vocabolario TRECCANI si è arreso all'evidenza dell'uso popolare del verbo, senza citare però il magico bastoncino bifronte per il quale la PELIKAN forse avrebbe dovuto vincere un Nobel per la pace nelle Scuole (https://www.treccani.it/vocabolario/scancellare).
In fondo, andare da Benetta in via Cavallotti, oppure dalla Luciana in via Gozzi, o da Bosio in via Piave e comprare il SUPER PIRAT PELIKAN (e magari qualche cartuccia di inchiostro blu Pelikan) era come per Harry Potter andare da Olivander a Diagon Alley prendere la bacchetta magica!
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