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giovedì 28 luglio 2016

Un tuffo al cuore. Quando la Parola ci supera. Ma non ci abbandona - articolo per #bibbiafrancescana

C’è sempre da restare in silenzio davanti alla Parola di Dio. Soprattutto in queste ore tragiche e drammatiche che hanno lasciato teste vuote di senso e cuori carichi di domande e angosce.

Ore dopo l’atto violento e sanguinoso a Rouen si cerca di tornare alla preghiera: non solo per abitudine, ma per amore di Dio e per pietà per le vittime e – sì! – anche per gli uccisori. Perché – nonostante tutto quanto accada – torna la parola forte di don Lorenzo Milani: “Io non credo in Dio, sarebbe troppo poco: io gli voglio bene”.

Un tuffo al cuore. Aprendo i libri liturgici, ritrovo la Parola di Dio offerta dalla liturgia quotidiana. Al mattino presto era stata oggetto di ascolto e preghiera con alcuni spunti interessanti… Passano le ore… il lavoro un po’ alienante e meccanico… Le prime tragiche notizie dalla Francia che rimbalzano nei social… Le conferme, i servizi in diretta, la ridda di commenti più o meno pertinenti a caldo, lo sciame di voci del pomeriggio..

Un tuffo al cuore. Sì, lo riconosco: lo steso tuffo al cuore del 26 settembre 1997. Quando dopo il tragico terremoto di Assisi si rilesse la prima lettura della liturgia del mattino lasciandoci noi frati tutti sconcertati e in lutto per il confratello e il postulante annientati dalle macerie: Aggeo 1,15-2,9 «…Chi rimane ancora tra voi che abbia visto questa casa nel suo primitivo splendore? Ma ora in quali condizioni voi la vedete? In confronto a quella, non è forse ridotta a un nulla ai vostri occhi? … coraggio, popolo tutto del paese – oracolo del Signore – e al lavoro, perché io sono con voi… Ancora un po’ di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma. Scuoterò tutte le genti…».

lunedì 25 luglio 2016

quando poi i frati gli chiesero che insegnasse loro a pregare - articolo per #bibbiafrancescana

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: 
«Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 
Ed egli disse loro: 
«Quando pregate, dite:
“Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 
Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 
O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 
Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, 
quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
(Luca 11,1-13)

Tracce che Bibbia Francescana ci offre in risonanza al vangelo di questa XVII domenica del tempo ordinario, anno C.

Francesco è ritenuto fratello e maestro nella via dello Spirito dai suoi confratelli nella piccolissima fraternità primitiva. E anche loro – come gli apostoli con Gesù – vedendo Francesco “uscire” dai suoi spazi/momenti di preghiera sono incuriositi: “Insegnaci a pregare…”. Fin troppo scontata la risposta di Francesco, lui che «in tale modo dirigeva tutta la mente e l’affetto a quell’unica cosa che chiedeva a Dio: non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli stesso tutto trasformato in preghiera vivente» (Tommaso da Celano, Vita seconda, 95: FF 682):

…Quando poi i frati gli chiesero che insegnasse loro a pregare, Francesco disse:
«Quando pregate, dite: ‘‘Padre nostro’’, e ‘‘Ti adoriamo, o Cristo, in tutte le tue chiese che sono in tutto il mondo, e ti benediciamo perché , per mezzo della tua santa croce, hai redento il mondo’’».
(Bonaventura da Bagnoregio, Leggenda Maggiore, IV,3: FF 1068)

venerdì 1 luglio 2016

gettare ponti sulle paure - articolo di fav per La Difesa del Popolo


Gettare ponti sulle paure

L’interesse suscitato in questi giorni dalla particolare performance dell’artista bulgaro Christo Vladimirov Yavachev sul Lago d’Iseo si è prestato a tante considerazioni, più o meno autorevoli. Una passerella galleggiante di 4,5 chilometri (duecentomila metri cubi di polietilene e tessuto giallo) intitolata “The floating piers” collega da qualche giorno la riva del lago (a Sulzano) con le isole naturali di Montisola e San Paolo. Oltre che creare un particolare effetto cromatico cangiante, la passerella a pelo d’acqua è percorribile a piedi. Più che “camminare sulle acque” (specialità sin qui nota ad un altro Cristo…) qui si può “camminare nell’acqua” da una prospettiva quanto mai insolita, in uno scenario naturale edificante.