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domenica 29 maggio 2016

Eucaristia, “rendimento di grazie” - articolo per #bibbiafrancescana


Dio Padre buono, 
che ci raduni in festosa assemblea 
per celebrare il sacramento pasquale 
del Corpo e Sangue del tuo Figlio, 
donaci il tuo Spirito, 
perché nella partecipazione al sommo bene 
di tutta la Chiesa, 
la nostra vita diventi un continuo rendimento di grazie, 
espressione perfetta della lode 
che sale a te da tutto il creato. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
(Colletta, Solennità del Corpus Domini, anno C)



“Onnipotente, santissimo, altissimo e sommo Dio, Padre santo e giusto, Signore Re del cielo e della terra, per te stesso ti rendiamo grazie, perché per la tua santa volontà e per l’unico tuo Figlio con lo Spirito Santo hai creato tutte le cose spirituali e corporali, e noi fatti a tua immagine e somiglianza hai posto in paradiso. E noi per colpa nostra siamo caduti.
E ti rendiamo grazie, perché come tu ci hai creato per mezzo del tuo Figlio, così per il santo tuo amore, con il quale ci hai amato, hai fatto nascere lo stesso vero Dio e vero uomo dalla gloriosa sempre vergine beatissima santa Maria, e per la croce, il sangue e la morte di lui ci hai voluti redimere dalla schiavitù.
E ti rendiamo grazie, perché lo stesso tuo Figlio ritornerà nella gloria della sua maestà per destinare i reprobi, che non fecero penitenza e non ti conobbero, al fuoco eterno, e per dire a tutti coloro che ti conobbero e ti adorarono e ti servirono nella penitenza: «Venite, benedetti del Padre mio, entrate in possesso del regno, che è stato preparato per voi fin dall’origine del mondo».
E poiché tutti noi miseri e peccatori non siamo degni di nominarti, supplici preghiamo che il Signore nostro Gesù Cristo Figlio tuo diletto, nel quale ti sei compiaciuto, insieme con lo Spirito Santo Paraclito ti renda grazie così come a te e a lui piace, per ogni cosa, lui che ti basta sempre in tutto e per il quale a noi hai fatto cose tanto grandi. Alleluia”. (Regola non bollata, XXIII: FF 63-66)

La “sapienza di un povero” trabocca di rendimento di grazie già da otto secoli.

Francesco resta attonito e pieno di gratitudine nel rendersi conto che nell’eucaristia è Dio che si fa pane per noi. «Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati» (Lettera ai fedeli II,26-29: FF 221).

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