Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, / sulla via del mare, oltre il Giordano, / Galilea delle genti! [...]». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, [...] Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. (Mt 4,12 ss)
Terza domenica del Tempo Ordinario, anno A – Il vangelo di questa domenica comunica tante cose. Tra queste, la geografia dello Spirito, o lo Spirito nella geografia. La Galilea è una regione più tranquilla perché lontana dal centro di potere, da Gerusalemme: è la terra scelta da Gesù come luogo della prima fase della sua attività. Secondo le narrazioni di Matteo e Marco è la carcerazione del Battista a determinare questo spostamento geografico di Gesù: ma per il primo evangelista – Mt – questa scelta assume anche un significato teologico, perché rappresenta il compimento di una profezia di Isaia. Da una parte i Giudei consideravano assurda una manifestazione del Messia nella Galilea (come ricorda Gv 7,40-52). Invece Gesù sorprende iniziando il suo ministero proprio in Galilea, una regione abitata da ebrei e pagani. La scelta gli resterà attaccata per sempre: nelle ore drammatiche a Gerusalemme – alcuni anni dopo – Gesù è “il Galileo”: «Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: “Anche tu eri con Gesù, il Galileo!”» (Mt 26,69).