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giovedì 18 febbraio 2016
Fttr - Storia della Chiesa 1 - 2015-2016
lunedì 15 febbraio 2016
sberleffi illustri - articolo per #bibbiafrancescana
In questi giorni la notizia della rilevazione scientifica delle “onde gravitazionali” ha destato l’attenzione dell’opinione pubblica, anche la meno allenata a questioni così complesse.
Al di là dell’oggettiva straordinarietà della scoperta, molto si è insistito – e non a caso – sul fatto che questa registrazione delle onde gravitazionali attraverso strumenti enormi e sofisticati abbia di fatto dato certezza a quanto fosse stato teorizzato da Albert Einstein quasi un secolo fa. La conferma “empirica” di una “visione” che il fisico e matematico aveva saputo prevedere e descrivere con il solo strumento dell’intelligenza, della logica, con caratteri matematici… su lavagne e fogli di carta! Non si può non parlare di uno sguardo “mistico” sulla realtà, un vedere “oltre” ciò che i cinque sensi possono offrire e garantire.
Gli articoli – numerosissimi – che hanno presentato la notizia spesso sono stati corredati dalla celeberrima foto “pop” che ritrae l’irriverente sberleffo di Einstein davanti l’obiettivo della macchina fotografica di Arthur Sasse nel 1951. Un accostamento forse ardito, quasi a evocare un “ve lo avevo detto, io!” rivolto a quanti fossero rimasti perplessi al cospetto della teoria e della sua “visione”.
Al di là dell’oggettiva straordinarietà della scoperta, molto si è insistito – e non a caso – sul fatto che questa registrazione delle onde gravitazionali attraverso strumenti enormi e sofisticati abbia di fatto dato certezza a quanto fosse stato teorizzato da Albert Einstein quasi un secolo fa. La conferma “empirica” di una “visione” che il fisico e matematico aveva saputo prevedere e descrivere con il solo strumento dell’intelligenza, della logica, con caratteri matematici… su lavagne e fogli di carta! Non si può non parlare di uno sguardo “mistico” sulla realtà, un vedere “oltre” ciò che i cinque sensi possono offrire e garantire.
Gli articoli – numerosissimi – che hanno presentato la notizia spesso sono stati corredati dalla celeberrima foto “pop” che ritrae l’irriverente sberleffo di Einstein davanti l’obiettivo della macchina fotografica di Arthur Sasse nel 1951. Un accostamento forse ardito, quasi a evocare un “ve lo avevo detto, io!” rivolto a quanti fossero rimasti perplessi al cospetto della teoria e della sua “visione”.
sabato 13 febbraio 2016
cenere parlante - articolo per #bibbiafrancescana
«Tradizione è conservare il fuoco, non adorare le ceneri»: non è un detto biblico, ma una profonda e salace riflessione attribuita al musicista Gustav Mahler. Indica chiaramente la priorità al progetto di custodire un fuoco, alimentandolo con pazienza e premura, perché ciò che è stato consegnato della storia (tradizione, da tradere – consegnare) e da chi ci ha preceduto non sia necessariamente conservato nella sua forma originale, ma possa continuare a produrre fuoco buono che scalda e da luce, per noi e per chi verrà…
Dunque le ceneri non vanno adorate. Ma nemmeno ignorate o svalutate. Sono sempre testimonianza di una passione che ha tenuto acceso un fuoco finché ha potuto, finché si è consumata dopo aver ”acceso” altra legna che prosegue la medesima passione per il fuoco.
Dunque le ceneri non vanno adorate. Ma nemmeno ignorate o svalutate. Sono sempre testimonianza di una passione che ha tenuto acceso un fuoco finché ha potuto, finché si è consumata dopo aver ”acceso” altra legna che prosegue la medesima passione per il fuoco.